Il regista

regista

Ti osservavo assorta mentre allestivi il set, con precisione maniacale. La luce continua su cavalletto, i riflettori, gli ombrelli, l’esposimetro.

La cinepresa era piccola e maneggevole. Ti piaceva poterla fissare oppure tenerla in mano e aggiungere movimento e soggettiva, a lavoro finito. Eri sempre tu, ricoprivi tutti i ruoli, regista, sceneggiatore, esperto in luci. Passavi poi i giorni a montare le scene. Giorni lunghi e meditati. Rivedevi le scene più intense per capire se avevi reso nero su bianco l’immagine impressa nel tuo cervello. E ti toccavi, affondando la mano nei jeans.

Era un piacere osservarti all’opera. Ma ero talmente presa fino al midollo, che ti avrei osservato con la stessa attenzione in qualsiasi altra circostanza: mentre mangiavi un panino, lavoravi, dormivi o chattavi con me. Mi ero ripromessa di non abbandonare quella corazza che mi serviva quando inizio a spingere con l’acceleratore, a testa bassa verso il dirupo. Chissà se ce l’avevo ancora. Non riuscivo a capirlo perché i miei occhi, il mio corpo erano rivolti fissi su di te, come un fermo immagine che dura una vita.

Archiviavi i video per categoria e per data, come un vero professionista. Li backuppavi scrupolosamente su un hard disk esterno e poi anche su web. Eri bravissimo a fare queste cose, ti muovevi con sapienza.

Riuscivi ad immaginare le scene, una dopo l’altra con una intensità struggente. Ci infilavi dentro tutte le tue perversioni, il gioco delle parti, il tuo desiderio costante di avere tutto sotto controllo e avere in pugno la scena, comandare noi, che altro non eravamo che burattini erranti, completamente assoggettati a te.

E quando tutto era pronto, partiva il primo ciak.

Ed io felice salivo sul palco, per te, mi umettavo le dita e iniziavo ad eseguire ogni tua direttiva, rapita.

Tu eri il mio unico diletto spettatore, come in quei cinema retrò di periferia, seduto al fondo della sala, che ti godevi in solitaria lo spettacolo, affondando la mano nei jeans.

Le luci su di me: adoravo sapere che mi stavi guardando, che eri qui con me e che mi desideravi.

Avrei fatto tutto per te. Lo sai.

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