Shopping compulsivo nella Milano da bere.
Categoria: Omaggi
Da Chezliza: votre yeux
Comme une seconde peau … votre yeux … ne vous arrêtez pas moi Voir…
(Dedicato a m3mango, da Chezliza).
Omaggi aziendali
Un’azienda di tante persone è come una piccola città, in cui è importante per la sopravvivenza intrecciare relazioni di buon vicinato, che poi potrebbero anche sfociare in vere amicizie. E’ un po’ come avere un amico idraulico, dottore o dipendente dell’Ufficio delle Entrate.
Tra questi ci son colleghi che è meglio avere dalla tua parte, in caso di bisogno, necessità, interesse, emergenza, codice rosso. Ecco qui la mia personale lista, in ordine di rilevanza:
1. CED
Avere un collega, ma anche compagno di caffè dell’area informatica è fondamentale, perché corre in tuo aiuto se:
- ti si crasha il pc
- devi fare i pivot dell’Excel e non sai da che parte iniziare
- ti va in fumo l’ultimo salvataggio del PPT con 100 slide
- per caso ti sei scaricato un porno e hai infettato tutto l’hard disk
- ti si è inceppata la stampante del piano con la mappa dei ristoranti a Bangkok ed è evidente che non hai viaggi di lavoro esotici nei prossimi sei mesi
In realtà, poi il mio collega è davvero simpatico e abbiamo scoperto di avere passioni simili in campi extra-lavorativi (leggi serie TV porno soft).
2. Risorse umane
La collega del Personale è il mio sogno erotico per eccellenza tanto che mi ha pure ispirato un post. Ma a parte l’attrazione fatale, visto che ho seri problemi a capire quanti giorni ho di ferie presenti, passati, futuri, residui, permessi retribuiti, non retribuiti, ROL, Avis, trasferte, uscita di servizio, posso romperle le palle senza vergogna perché siamo amiche e ogni tanto ci beviamo una birra insieme (se ti stai chiedendo se me l’ha servita, la risposta è ancora no, purtroppo).
3. Servizi generali
Che poi è un modo altisonante per dire Segreteria. E’ quella che ti salva sempre il culo, per cui devi adorarla a prescindere, perché:
- fa da filtro alle telefonate che vuoi evitare
- ti fa i biglietti del treno, prenota gli hotel e pur mandandoti a quel paese, ti modifica data/ora/giorno anche all’ultimo minuto, quando cambi idea
- ritira i pacchi per te, che fingi siano per lavoro e invece sono gli ordini di tutta la famiglia allargata, dal volcano vaporizer (non metto il link per pudore) alle scarpe su Yoox
- spedisce le tue raccomandate, così non ti tocca entrare nel girone dantesco delle Poste Italiane
Omaggi alla laicità
Non mi è per niente chiara ‘sta cosa degli auguri di Natale, che tutti son lì che ti chiedono bigliettini, Pdf digitali con la neve, il cappello rosso Coca Cola e il bambin Gesù.
Gesù, direbbe Woody, che c’entra il Santissimo Natale, mi chiedo? Che siamo in Italia e certe formalità bisogna osservarle, perché sennò sei un marziano, un ateo senza cuore. E per diplomazia, che il mio lavoro è 95% tatto e cuscinetti accomodanti, mi riduco a pensare a saluti natalizi, che manco fossi il Papa in persona, all’angelus, il 25 dicembre nella piazza vaticana.
Che poi, davvero che bisogno c’è, se poi tutti quanti facciamo esattamente il contrario rispetto a quello che il sopracitato pare avesse predicato nei comizi al tempio?
Ma tant’è, io a volte vorrei espatriare e andare al nord, dove ci sono molti suicidi, dove fa un freddo becco, dove si magna l’aringa a colazione, per capire se si sta meglio davvero, o se è una grossa bufala.
Che poi a me piace pure tirare su di peso la sedia di paglia, spostare la tenda di plastica a frange per le mosche schifose e le zanzare assassine, e sedermi per strada, nel centro storico, a parlare di chi ha la testa più grossa. A dare a tutti del tu, pure al cozzaro Ben Ben, al caffè Roma, famoso per il gelato al tartufo, a quello che ti serve i panzerotti colanti, orgasmo pugliese, servito a pochi spicci in fondo al borgo. Quel borgo dove ti rechi col vestito buono a fare le vasche e a sgranocchiar nocelle.
Con le infradito pure a dicembre, perché vieni dal nord e ti sembra faccia sempre un caldo becco, e ti domandi come cazzo è possibile che ci sia qualcuno che vende e qualcuno che compra pellicce. Mercato del libero scambio, ci mancherebbe, ma davvero non è cosa.
E la focaccia, che non è la pizza, è ancora più buona, si compra di straforo e si va a mangiare ammare, sugli scogli, a guardare quella luna metallo.
E in quegli anni in cui ho odiato questa terra amorosa, mi sono levata la verginità come fosse una cosa vergognosa e tremenda, senza sapere da che parte iniziare, senza l’appoggio di un lui, parecchi anni più grande e ignorante quanto me, anzi più di me, visto che aveva l’età per metter su famiglia e non per infilarsi due goldoni, che non si sa mai. Che?!
Che poi alla fine, se invece si arrivasse a 14 anni più preparati io credo che sarebbe meglio per tutti. Più consapevoli, più rispettosi, più sapienti, anche più porci, ma di quel porco puro, non so come dire. E questa conoscenza non deve, non può essere demandata a un riferimento solo, a volte neppure a quello, deve essere un concerto tra famiglia, società, scuola, media, social media.
E allora le processioni, l’apparizione della Madonna, la banda musicale, i lupini, il mare, son superstizioni e vanno prese per quelle che sono. Ma non venite a dettare legge e ragione, che la teiera di Russel è quanto mai attuale!
Omaggi alle serie TV
Dedicato a N., la mia amica N.
Seguire le serie TV è un lavoro vero e proprio e un tempo era il mio secondo/terzo/dopo lavoro. Ora sono un po’ uscita dal loop, ma annovero una discreta esperienza. Del tipo che mi sciroppavo la no-stop di 4-5 puntate al dì (che poi era notte fonda).
In genere non amo le commedie, ma quelle legal, se c’è un pò di porno soft tanto meglio, drama sicuro. Se mi piacciono tanto, mi innamoro perdutamente del protagonista, che sia M o F never mind, ma #chetelodicoafare. Del tipo che poi passo il tempo a fare stalking su Twitter e Instagram, cose così da persona equilibrata e adulta, ecco, insomma.
Bando alle ciance, ecco la mia personalissima classifica, che non vuole essere esaustiva, ed è senz’altro di parte. Insomma la mia.
10. E.R.
9. Lost e Prison Break
5. The Shield
Vic Mackey è pelato, grassoccio, tozzo e dai modi rudi, corrotto fino al midollo, sexi da sbattere la testa contro il muro. Sette stagioni, non perde un colpo, regista, quel gran genio assoluto di Kurt Sutter. Storie di buoni e cattivi, in cui tutti fottono tutti. Malavita, crimine e quel famoso ‘treno dei soldi’ che mi ha fatto tenere incollata allo schermo per mesi.
Porno soft fantasy. Storie intricate, mille personaggi. Non sempre ho capito tutto, anzi. Ho amato il nano, giusto perché mi mancava nella classifica di chi ti fa battere, battere il cuore. Anche la regina è meravigliosa, soprattutto quando su Instagram toglie la parrucca bionda e sfodera un tatoo da urlo sulla schiena. Mamma mia, mamma mia.
La saga dei motociclisti, anche io mi sento del clan: le donne che tessono, gli uomini a cavalcioni sulle Harley, pura poesia stereotipata, anche quando Jack accoltella la madre, l’irlandese sfregiato si innamora della poliziotta maschia e Tig limona duro con la trans più bella del mondo.
Sempre genere legal, ho un debole per gli avvocati, ça va sans dire. Mi piaceva di più quando c’era anche Will, ma va bene lo stesso. L’avv. Alicia Florrick è perfetta, Kalinda, l’investigatrice privata in stivali di vernice nero, al centro delle mie fantasie proibite. E’ la serie che sto guardando ora, settima stagione, ahimè, the last one.
1. Damages
Le due protagoniste sono perfette, così come la sceneggiatura, le luci, la regia. Ho ancora in testa gli occhi di ghiaccio di Glen Close, regina assoluta, perfida, impenetrabile, col coltello gocciolante in mano e l’avv. Ellen Parsons, bellissima e ambigua. Per me number one.
Palma d’oro, fuori concorso la prima stagione di True Detective, soprattutto quando lei piomba in casa dell’amico, scena mitica.
Tra le più brutte che ricordo di aver visto: Alias, Caprica, Persons Unknown.
Ne ho poi iniziate molte, ho seguito la regola ferrea nongiudicareprimadellaquartapuntata, ma niente non sono riuscita a proseguire. Tra queste: Orange is the new black, Dexter, Breaking Bad.
Omaggi a Tumblr
Tumblr è la versione bignami del film porno. Zero sbattoni, avvio l’app ed è pronta all’uso. A dire la verità mi piacerebbe trovare anche dei blog che non siano legati al sesso, ma o non li ho mai visti, o forse non ci sono proprio. Oppure essendomi buttata nelle fantasie più recondite, ormai i tizi di Tumblr mi hanno messo nella categoria ‘senza speranza XXX’, per cui mi propongono solo roba porno. Ma va bene così, ci mancherebbe. Ho un alta considerazione dei professionisti del marketing anche perché ai fanalini di coda, ci sono dentro pure io, molto umilmente, s’intende.
Dicevo, Tumblr. Lo sanno anche le pietre: le categorie sono varie e variegate, ma giusto per non scrivere che mi sparo dei signori ditalini davanti a qualunque video, provo a fare l’intellettuale (paroloni!) e stilo una lista di categorie che mi arrapano di più, come va tanto di moda tra le blogger post-adolescenti che parlano di moda e di cucina.
Ah! Premessa. Su Tumblr sono mediamente sul versante lesbo-chic: le fiche turgide mi arrapano, dei cazzi che sborrano ho abbastanza le palle piene. Poi ci sono le eccezioni, per carità, ma in genere non rebloggo i cazzi singoli, quelli li scarto tutti.
I blog sesso-patinati
Quelli con quelle belle fiche completamente glabre passate sotto tutti i filtri di Photoshop e Instagram. Con la composizione con la rosa accanto, sopra, sotto, di fianco e magari il temutissimo aforisma. O anche solo ‘Buongiorno’ con cuore. Quelli mi fanno cascare… le braccia.
Voto: 2 perché sono patetici
I blog dei cornuti
Quelli tenuti dai mariti, o presunti tali, che mostrano con candida simpatia la moglie con il bull, mentre la incula in allegria. Questi sono parecchio divertenti. Sanno di zozza umanità. Raccontano arrapatissimi di quanto sono cornuti, servitori fedeli del loro bull e signora. In genere dopo un po’ sono noiosi, però danno l’impressione che ti permettono di infilare il naso nella loro camera da letto, per cui, almeno per me, un perché ce l’hanno.
Voto: 6+, perché mi ricordano Mr. Green in azione (non quello di E.R)
I blog delle fiche pelose (hairypussy)
Questi un po’ mi incuriosiscono, un po’ mi disgustano, un po’ m’inquietano, comunque mediamente li amo. Lo so, è un po’ il mio limite, a me piace glabra. E come piace molto ai maschi che si credono predatori, e, dopo due convenevoli, ti piazzano un ‘Mi piace molto leccare’, senza sapere che è la frase più sentita, trita e ritrita degli approcci online, anche a me attizza liscia. Che poi mica è vero, leccare è arte, leccare con arte è davvero merce rara.
Voto: 6/7 per l’ammirazione
I blog degli esibizionisti nei locali pubblici
Questi mi fanno impazzire. C’era un video di una fica pazzesca che girava in pelliccia in un Brico o giù di lì e tra i clienti, più o meno presi a far acquisti, brandiva lo spazzolino del cesso, cacciaviti e utensili vari e si masturbava candidamente. Tanti punti, non c’è che dire.
Voto: 8 per la fantasia
I blog dei feticisti
Su questi devo dare atto a un mio compagno di merende, che mi ha un po’ traviato in questo ambito. Insomma, su di me gioca l’effetto novità. Scarpe coi tacchi vertiginosi che schiacciano, senza ritegno, cazzi di gomma e di carne. In questa categoria ci metto che gli strapon, perché hanno sempre il loro fottuto perché.
Voto: 8 per la varietà
I blog delle puttane inside (omaggi a Tumblr)
Questi sono meravigliosi. Generosi ditalini che durano 10 minuti. Se poi c’è lo squirt, rimango a bocca aperta, densa d’ammirazione. La cosa più bella sono le richieste degli Anonimi segaioli. Sono tutti da premiare: i fan sono la forza dei social media.
Voto: 9 per la generosità
I blog delle puttane inside che mostrano il volto (omaggi a Tumblr con lode e menzione)
Numeri 1. Questi sono i più difficili da scovare. La mia corona, compresa di lingua grondante va a lei, star indiscussa del mio Tumblr: Lesliepixx. Ultimamente finge un po’, si è messa a fare l’attrice, ma i primi video sono davvero ruspanti e degli di nota.
Voto: 10 per la determinazione