Massaggi full optional

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Frequentavo un centro massaggi in centro città. Il mio amico mi invitava tutte le settimane con un messaggio in chat. Era un servizio completo, il suo ed io lo ringrazio ancora adesso.

Arrivavo puntuale e lui mi aspettava sulla porta, come se fosse a casa sua. Era un posto discreto, una casa signorile, con parcheggio interno e balconcini vista giardino. Due baci sulle guance di benvenuto, come vecchi amici e si iniziava a fumare una canna. Si chiacchierava. I temi giravano sempre intorno al sesso, ovviamente. Quello era il preambolo, lo sapevamo. Ci rilassavamo, passandoci il cannoncino da una bocca all’altra. Poi mi accompagnava in una delle tante stanzine con lettino. Chiudeva la tenda e mi lasciava da sola per pochi minuti. Non ho mai capito perché la svestizione fosse sempre un momento solitario.

Poi lui arrivava e mi trovava sul lettino, nuda, solo con quei terribili, orribili tanga di carta, che non coprono nulla. E iniziava, con calma a massaggiarmi, partendo dai piedi, le dita, i polpacci, le ginocchia, le cosce, il culo. Saltava giusto le parti più intime. Prona, supina. E mentre affondava le mani nervose e muscolose, chiacchieravamo amabilmente, godendoci la nebbia che iniziava ad avvolgere i nostri cervelli. Si scherzava, si giocava, ci si prendeva in giro. Si stava bene. Si beveva Vermuth ghiacciato direttamente dalla bottiglia.

Finito il massaggio, con un asciugamano intorno ai fianchi si andava nel bagno termale. A sudare. Entravo prima io e poi lo aspettavo. In realtà aspettavo sempre anche l’estetista, ma cazzo non è mai venuta. Non ho capito se non le piacessi o fosse davvero sempre così impegnata con le altre clienti.

E poi arriva lui. Sempre con la bottiglia in mano. Gentile e rispettoso, mi versava delle gocce sul ventre e provava a leccare. Se gli prendevo con le mani la testa, voleva dire che poteva continuare. Era il segnale. E quando succedeva iniziava a leccare, al buio. In mezzo a quel vapore così spesso che neanche riuscivamo a guardarci. E mi prendeva.

Poi ci facevamo una doccia e andavamo a prenderci un caffè al bar, come vecchi amici. Infine un saluto sulla guancia e ciao, ci vediamo alla prossima.

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