Beata influenza 

 mango 
Sono giorni d’influenza, e per una che non sta mai male mi sento come quegli uomini cagacazzo che si lamentano ad ogni piè sospinto. Ma sono contro gli stereotipi, l’ho detto troppe volte, per cui mi rendo conto che questa frase sarebbe da censurare. Sarebbe.

Sono morta collassata nel letto, abbandonata nel mio malessere fisico e interiore. 

A dire il vero in mutua si sta da dio, si dorme, si legge, si ozia. Si può fissare il soffitto bianco senza pudore, per ore. Ci si può trastullare su Tumblr, si può sfogliare l’Internazionale, si può leggere Il più grande artista del mondo dopo Adolf Hitler, si può telegrammare con gli amici senza interruzioni, si può mangiare direttamente dal pentolino minestrina immersa nel Liebig. Insomma una festa. Poi si dimagrisce di qualche etto senza sforzo. 

‘Na pacchia. ‘Na pacchia che oggi finisce. L’unica cosa è che da malata non riuscivo a scrivere i post, la creatività va di pari passo con la salute? Bah, non se n’è accorto nessuno.

In compenso ho avuto modo di scialarmi a leggere i post degli altri, a scoprire nuovi blog da seguire, a rendermi ripetutamente conto che ci sono due miei post che vengono letti tutti i santi giorni. Non sono tra i miei preferiti, non sono i più porci, non i più scemi, non i più commentati e neanche i più piaciuti. Non sono brutti, ma ho fatto di meglio. Misteri delle schifose statistiche gratis di WP.