Prosegue il tema dell’identità che avevo iniziato da più parti. Ho scoperto che mi piace ricamarci su, tanto che ho fatto un indice, anzi di più ho creato una pagina che raccoglie tutti i post a puntate che ho scritto.
Sono tornata nella legalità. Che noia mortale. Nel giro di 48 ore ho rinnovato la patente e ho rifatto la carta d’identità. Ho avuto a che fare con la burocrazia, io che la fuggo come la peste, che guardo con stupore e stordimento chi ha il coraggio di accantonare il proprio grisbi alle Poste, che ho un conto online dalla notte dei tempi, che non so cosa sia un libretto degli assegni e non ho idea dei tempi e dei modi per andare a un CAF a fare la dichiarazione dei redditi. E non parlarmi di 730 che ho l’angoscia perchè mi si è cimito il Mac, dove salvavo diligentemente i print delle immagini dei miei PIN per entrare nel sito dell’INPS e ora come per magilla devo seguire l’iter controverso e labirintico per il recupero password. Mio Dio, sono fritta.
Però eccoli lì scintillanti e sudati i documenti che provano la mia esistenza sul sistema solare, recuperati in soli cinque minuti per quanto attine il discorso patente e in 4 cazzo di ore all’anagrafe per il documento d’identità. E quando finalmente leggo il match tra il codicillo stampato sul bigliettino della macchinetta e quello che compare a monitor, ed io avanzo baldanzosa allo sportello con il vetro blindato (sono sicura siano soldi pubblici spesi bene), mostrando foto, passaporto, cash e denuncia di smarrimento ai carabinieri, la nostra dipendente statale, serafica e cinica sentenzia che le foto non vanno bene perchè stampate su carta straccia. Ma come? E’ carta fotografica, esattamente la foto che avevo usato 5 anni fa, e ti mostro saccente la fotocopia del documento ormai perso o abbandonato, importanza non ha. Ma non basta tutto ciò a convincere la megera che mi spara alle terribili macchinette mangia 5 euro che mi dona devastante foto della mia faccia post sbornia di 48 ore fa, struccata e in ciabatte, che tanto vado solo all’anagrafe, chi vuoi che mi veda. Per cui ho finalmente l’attestato con una foto improponibile, che passerò sottobanco e occhio basso, sperando non ci si soffermi troppo.
Per riprendermi da tutto ciò, fatemi fare qualcosa di tremendamente illegale, right now.