Non mi è per niente chiara ‘sta cosa degli auguri di Natale, che tutti son lì che ti chiedono bigliettini, Pdf digitali con la neve, il cappello rosso Coca Cola e il bambin Gesù.
Gesù, direbbe Woody, che c’entra il Santissimo Natale, mi chiedo? Che siamo in Italia e certe formalità bisogna osservarle, perché sennò sei un marziano, un ateo senza cuore. E per diplomazia, che il mio lavoro è 95% tatto e cuscinetti accomodanti, mi riduco a pensare a saluti natalizi, che manco fossi il Papa in persona, all’angelus, il 25 dicembre nella piazza vaticana.
Che poi, davvero che bisogno c’è, se poi tutti quanti facciamo esattamente il contrario rispetto a quello che il sopracitato pare avesse predicato nei comizi al tempio?
Ma tant’è, io a volte vorrei espatriare e andare al nord, dove ci sono molti suicidi, dove fa un freddo becco, dove si magna l’aringa a colazione, per capire se si sta meglio davvero, o se è una grossa bufala.
Che poi a me piace pure tirare su di peso la sedia di paglia, spostare la tenda di plastica a frange per le mosche schifose e le zanzare assassine, e sedermi per strada, nel centro storico, a parlare di chi ha la testa più grossa. A dare a tutti del tu, pure al cozzaro Ben Ben, al caffè Roma, famoso per il gelato al tartufo, a quello che ti serve i panzerotti colanti, orgasmo pugliese, servito a pochi spicci in fondo al borgo. Quel borgo dove ti rechi col vestito buono a fare le vasche e a sgranocchiar nocelle.
Con le infradito pure a dicembre, perché vieni dal nord e ti sembra faccia sempre un caldo becco, e ti domandi come cazzo è possibile che ci sia qualcuno che vende e qualcuno che compra pellicce. Mercato del libero scambio, ci mancherebbe, ma davvero non è cosa.
E la focaccia, che non è la pizza, è ancora più buona, si compra di straforo e si va a mangiare ammare, sugli scogli, a guardare quella luna metallo.
E in quegli anni in cui ho odiato questa terra amorosa, mi sono levata la verginità come fosse una cosa vergognosa e tremenda, senza sapere da che parte iniziare, senza l’appoggio di un lui, parecchi anni più grande e ignorante quanto me, anzi più di me, visto che aveva l’età per metter su famiglia e non per infilarsi due goldoni, che non si sa mai. Che?!
Che poi alla fine, se invece si arrivasse a 14 anni più preparati io credo che sarebbe meglio per tutti. Più consapevoli, più rispettosi, più sapienti, anche più porci, ma di quel porco puro, non so come dire. E questa conoscenza non deve, non può essere demandata a un riferimento solo, a volte neppure a quello, deve essere un concerto tra famiglia, società, scuola, media, social media.
E allora le processioni, l’apparizione della Madonna, la banda musicale, i lupini, il mare, son superstizioni e vanno prese per quelle che sono. Ma non venite a dettare legge e ragione, che la teiera di Russel è quanto mai attuale!