Ordinaria follia (anche festa del babbo, ma solo alla fine)

  
Adoro viaggiare. L’ho già detto?

Vorrei non possedere nulla, in modo tale da poter partire quando mi pare. Quella sensazione orgasmica che ho provato da giovanissima durante l’interrail: arrivo in stazione e scelgo a caso una destinazione. Magari non so neanche esattamente dove sia. Ma mi piacciono le lettere che compongono il nome di quel luogo, la composizione, il suono, le sensazioni evocate, i profumi percepiti. Tu che mi guardi rapito e aspetti un mio cenno. Io che ti cerco estasiata, sicura che stiamo pensando la stessa identica cosa. Perché scoprire la sintonia tra essere simili, apparentemente così diversi, è delizia allo stato brado. È l’alchimia, siamo noi e nessun altro.

Nella mia totale razionalità, di persona squadrata, precisa, organizzata, che prenota un mese prima il ristorante, che compra i biglietti in prevendita, che segna su calendar le scadenze, adora le liste della spesa, gli Excel, i to do list, per passione, per professione, ogni tanto sbotto e faccio qualcosa di completamente irrazionale e non conforme alla severa e rigida linea editoriale della mia vita.

Che può anche essere solo comprare alla macchinetta del caffè corporate aziendale un Bounty. E me lo gusto con dovizia e intensità come un peccato mortale, una trasgressione soddisfacente: aromi chimici concentrati, serviti in pratiche confezioni monodose, usa e getta.

Ordinaria follia. Istanti di ordinaria follia, che ti fanno desiderare la tranquillità del tran tran quotidiano, che ti fanno esplodere in controsensi, che ti riportano sui binari, che sapientemente hai tracciato tutta la vita. Che un pò odi e un pò ami.

Non sei bipolare. Non sei bipolare. Sei solo un fiore di campo, calato in un giardino all’italiana, quelli perfetti, geometrici, simmetrici. E ho dovuto googlerare perché avrei detto all’inglese.

Nel mio mondo squadrato, fatto di regole, di righelli, normative, inquadramenti, angoli, misure, sto benissimo. Io sono così. Sono stata educata così, da un padre autoritario, che alle 19 spaccate pretendeva forchetta alla mano, la cena pronta, nonostante sia meridionale di nascita e di testa, perché i baci si davano solo di notte, mentre noi dormivamo.

Poi a volte perdo il filo di Arianna, ma ti giuro, è la descrizione di un’attimo.

Auguri, Babbo.

What’s sfidante? (Managers, #1)

mango
Avere a che fare con brain trainer e motivatori di top manager incalliti, ti permette d’imparare che anche le parole sono importanti.

Non che non si sapesse, ma costoro sono fighi e allo stesso tempo senza speranza ai miei occhi disillusi.

Come con un radar, mi ritrovo a soppesare con malizia ogni presa per il culo di chi prova a vendermi fumo (N.d.r. io preferisco di gran lunga la Maria) a 2.500 euro al giorno.

Dicevo le parole. C’è tutto un linguaggio che strizza l’occhio alla lingua inglese e tiene conto che i pensieri negativi sono il male per cui sono vietatissimi dalla legge di questi brain trainer da strapazzo. Per esempio: il termine sfidante, che viene usato tipo salsa ketchup sugli hamburger, sulla pasta parecchio scotta e anche a colazione col caffè, solo un sottile strato sul pan carré per pulire il piatto sporco di uovo al padellino, scrambled per i più fichi, appunto.

Traduzione pedestre di challenger, indica ogni cosa e solo il fatto di poterla seminare come il seme il contadino, quando esce dalla bocca vuol sol dire: cazzo, sono uno dei vostri!

Ma andiamo con ordine (!). Workshop di una giornata intera di 8 ore 8 in cui il sopracitato brain trainer inneggia alla respirazione, al lavoro su di sè, che non è masturbatio ad libitum, ma meditazione pro attiva per generare business con l’anima.

A questo punto, se arriva il top top manager un pò scettico che vorrebbe essere sul campo da golf a cazzeggiare (visto che si sta parlando di sabato, e non giorni feriali) e si trova davanti tappetini da pilates: sarà una situazione un po’ troppo sfidante per lui? Eh sì!

Giacca e cravatta tatuati tipo seconda pelle, mocassini di struzzo, secondo te non soffre davanti al fatto che dovrebbe liberarsi di ogni cosa e iniziare a respirare forte nella posizione del fiore di loto? Tutto ciò è assai sfidante! Che poi vorrebbe dire: è una cazzata! Vuoi ucciderli tutti ‘sti top manager a XXX zeri di retribuzione annua lorda, piu i benefit, i buoni pasto e i premi di produttività tutta?

No, niente, piazziamo delle sedie, allestimento conferenza, così sono a loro agio e non ci mandano affanculo a giornata appena iniziata, che sempre di sabato si tratta e tu avevi programmato tutt’altro e invece ti tocca lavorà.

(To be continued, forse).