Vaso

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Porgimi quel vaso trasparente dell’Ikea.

Non ho bisogno di proferir parola. Basta un cenno, il sopracciglio inarcato e lo sguardo puntato su quel pezzo di vetro allocato in credenza. Che lo comprammo insieme, lo scegliemmo a caso, tra mille complementi d’arredo in fila, come soldatini inutili, pronti alla morte. Prezzi stracciati, saldi di primavera, ormai sfiorita.

Consegnamelo, avanti, anche se sono incazzata nera e non ti pare proprio il momento di mettere a bagno delle rose.

Dammi quel vaso, qui e ora. Non c’è tempo di discutere, negoziare, trattare. Qui si tratta di eseguire senza resistere, senza opporsi.

L’abbiamo già visto questo film: ti toccherà raccogliere i cocci schizzati per tutta la casa, è inevitabile e non serve a niente provare a farmi ragionare. Parecchio inutile divagare, far finta di niente, distrarre  i miei pensieri. Parlare di domani, di dopodomani, di lunedì. È tutto superfluo, siamo a un capolinea dichiarato.

E allora che accada, questo disastro annunciato. Il tonfo cristallino rimbomba all’unisono. Riecheggia e tappa le nostre orecchie stufe, ormai sorde a qualsiasi sforzo di venirsi incontro.

Il vaso è rotto, spezzato, irrecuperabile e i vetri per terra finalmente giacciono inermi. Finalmente, si.

Le rose non ci sono, dove sono finite?

Sono rimaste attaccate alla pianta, trapiantata anni fa, quando c’era ancora qualcosa da dire, da fare, da provare. Quando eravamo felici, liberi da fardelli, ormai talmente gravosi che non riusciamo più a raddrizzare la schiena e ci muoviamo ingobbiti come zombie, cerchiati senz’ossa.

Il frastuono  del vaso scagliato e delle nostre parole sanciscono la fine della guerra.

E tu sei lì, silenzioso, che ti sfili le calze con eleganza e inizi a danzare sui frammenti luccicanti. Ti muovi piano, senza guardare il sangue che lentamente gocciola dai tagli provocati, come una penitenza, una reiterata richiesta d’attenzione nei miei confronti. E’ un gioco, io lo capisco, ma io mi sono stufata. Ciao.

50 pensieri su “Vaso

  1. Mi è sempre piaciuto il suono della parola infrangere, anche se molto spesso lo associo al mare e alle sue onde, che infrangono e lavano via lasciando una sensazione di pulito, pronte a ripartire instancabili. Come sono i cuori delle donne.
    Buona giornata cara 😚

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  2. blurredlines2016

    ti chiedo scusa ..sò di essere una voce fuori coro ..ma sono una donna che ama ,che litiga e che rompe vasi ….hai dato voce in questo post ad un emozione negativa data dalla rabbia…ma si percepisce che sei innamorata ..come nei tuoi post dove parli dell’identità molto belli ..non è un consiglio non sono nessuna per darli ,sono un disastro di mio,ma aspetta che ritorni la calma ….sei una donna alterata e quando si è alterati si percepisco poche cose con chiarezza…spesso amare è saper accettare l’altro …dirai non mi conosci e non sai..ma conosco il bestiario maschile…il desiderio di modificare,pretendere implica supponenza ed egoismo e una tendenza alla prevaricazione…a volte basta saper accettare l’altro anche nei suoi difetti ….spero rileggerti serena e ancora insieme alla tua persona

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