Non mi sono mai considerata tale. Io ero quella che a scuola si metteva i Closed e aspirava alla felpa Best Company, che ammirava mia sorella che si faceva il ciuffo di capelli rosa, che tracciava i margini sui fogli protocollo delle verifiche per essere più ordinata. Quella che seguiva le regole, niente colpi di testa, la riga da una parte, capelli a caschetto, a letto alle 8.30, dopo il carosello, niente Drive In, porca miseria. Che impazzivo quando il tema era libero, perché non sapevo che pesci pigliare, che ogni cosa ha un suo posto e viceversa. Che si presentava ai colloqui in tailleur blu scuro e ventiquattr’ore a 20 anni, manco ne avessi avuto 40.
Ho però avuto la fortuna di vivere per più di un decennio a stretto contatto con veri creativi.
Gente che tu gli dai un la, un brief in gergo tecnico, loro ci pensano e poi tornano con le proposte creative. Che tu poi impacchetti, ci appiccichi un prezzo e le presenti al cliente belle infiocchettate e le difendi come fossero tue, perché ci credi e le hai assorbite per osmosi.
Ho respirato quell’aria frizzante, in una agenzia di pubblicità del centro urbano, circondata da un giardino pieno di fiori, quando ancora si poteva fumare nei locali pubblici e la mia collega smoccolava sigarilli, seduta alla scrivania.
Che i creativi sono gente strana, fantastica, ma a volte si ritengono degli dei in terra e per averci a che fare devi infilarti i guanti bianchi e abbassare la testa, ma per certi versi sono affascinanti, sono unici e ne subivo il fascino.
E ho imparato, davvero ho imparato, perché per nascita non lo ero, ad avere gusto critico, ad associare i colori, a valutare i pesi, adottare regole non scritte di scrittura, a godere del brain-storming, a sparare cazzate e poi a normare le idee, a scegliere il font appropriato, a immaginare, a partorire qualcosa che sei in grado di proteggere, a scovare quell’elemento che stona, che aggiustato rende tutto più armonioso e unico.
Un bagaglio sfaccettato e intenso, piacevole da portarsi dietro.
Penso che la creatività vada nutrita e istruita. Il senso del bello si assorbe, ti entra dentro. Non credo a quelli che dicono di non esserlo, solo non hanno mai provato a svilupparla.
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Si impara, certo. Basta essere ricettivi e mi sembra proprio tu lo sia.
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No si smette mai di imparare…
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Ma petite ti mando mail..
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👍🏼
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Incredibile… in questi giorni/settimane stavo leggendo proprio articoli sulla creatività.
L’autrice, come potrai immaginare, me l’hai consigliata te.
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Fantastico questo intreccio e incastro creativo.
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E si ritorna in tema…
Sto incominciando a preoccuparmi.
E io, di natura, non mi preoccupo. Faccio preoccupare.
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No dai è bellissimo scovare sintonia. Però ora mi hai fatto venire voglia di re iniziare qualcosa insieme.
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Stamattina, mentre ero mezzo rincoglionito (si può dire mezzo?) dal sonno mi era venuto in mente un buon inizio.
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Manda, manda, sono curiosa! Per me quello è quasi sempre il momento migliore…
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Devo ancora scriverlo.
E pensarlo.
E vedere.
Ma appena lo creo, te lo mando.
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Yessa.
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Il tema, però, non so come inquadrarlo. Ma verrà fuori scrivendo. Penso.
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Si, spesso capita anche a me.
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Meglio essere ordinati e precisi che disordinati e scemi.
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Ahahah! Continui a fare il guru. Molto bene!
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Purché non sia preso per il guru!
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No dai no
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Menomale!
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Io ho amato Mad Men …. !!! E comuqnue credo che la cretività vada alimentata in qualche modo, magari leggendo, osservando, vivendo …. ma senza paraocchi
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Si, hai ragione è un approfondimento continuo.
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forse per essere creativi basta lasciar libero il cuore di colorare come vuole ciò che vede
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Quello secondo me o ci nasci o è difficile. Io parlavo di qualcosa che puoi apprendere, quindi con impegno e un po di fatica. Ma magari mi sbaglio.
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cuore, inteso come parte irrazionale del nostro essere, parte che secondo me, tutti abbiamo. (chi più e chi meno, ovviamente)
è comunque vero che queste qualità (o difetti) si possono affinare con impegno e fatica ma a volte basterebbe veramente “lasciarsi andare un pò”, saper sorridere di una giornata nebbiosa e soprattutto svestirsi dei panni del padre eterno.
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Si, allora concordo. Ci siamo capiti.
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ovvio 🙂
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Ma i creativi non era una cosa che si beveva negli anni Ottanta?
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Mmm… Davvero?
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😛
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In effetti l’appellativo “creativo” ha insito un che di altezzoso e pretenzioso …..senza considerare che non tutti i creativi di professione sono dotati di una buona dose di creatività 😉
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Vediamo… Come potrei chiamarlo?
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Ammiro molto la creatività altrui (io sono un po’ monotona). Io ho a che fare con il pasticcere, lui ne ha da vendere anche se dove lavoriamo non ha tanto modo di esprimersi.
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Non è roba da poco e temo che non si possa imparare: è inscindibilmente legata alla nostra personalità, a ciò che siamo. E non si può decidere di avere idee nuove.
Io lavoro nel ramo della tecnologia e mi rendo conto che tutto ciò che faccio è frutto dell’esperienza mia o di altri. In questo ramo ,chi è davvero innovativo, in realtà lo è di un passetto piccolissimo rispetto a quanto già è stato inventato.
Certo in un altro campo…chessò… della moda è più facile: un colore nuovo, un stile più azzardato…. tanto ,anche se viene fuori una schifezza, se sei già famoso e gay allora sei creativo ed estroso (altrimenti sei un incapace).
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Creatività nella tecnologia, interessante, molto. Non sono sicura di poter dire a priori che in questo campo non si possa imparare ad esserlo. Ci sono tanti fattori in ballo, magari non è l’hardware ma è il software, oppure il design, l’interfaccia, l’associazione di elementi prima non erano stati connessi.
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Che poi i closed, a ripensarci, facevano veramente schifo… 🙂
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Orrendi, a palloncino, vita alta e stretti stretti al fondo. Mo’ manco sotto tortura. Anche tu subivi il fascino?
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Pensi davvero che io, con il mio stile, il mio charme, il mio savoir faire possa mai aver subito il fascino di quella roba?
Sì…
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Eh ma erano gli anni 80… Eri un ragazzino, ora sei un uomo fatto!
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anche tu, come me, appartieni alla generazione rovinata dalla best company, quindi. che sorte c’è toccata, eh?
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Mamma mia! Veramente.
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Praticamente un manicomio …;))
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Mi piace quando sintetizzi. 😀
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In genere sono un prolisso di merda lo so. . Ma i vecchi vanno capiti. .
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