Si può imparare a essere creativi?

Non mi sono mai considerata tale. Io ero quella che a scuola si metteva i Closed e aspirava alla felpa Best Company, che ammirava mia sorella che si faceva il ciuffo di capelli rosa, che tracciava i margini sui fogli protocollo delle verifiche per essere più ordinata. Quella che seguiva le regole, niente colpi di testa, la riga da una parte, capelli a caschetto, a letto alle 8.30, dopo il carosello, niente Drive In, porca miseria. Che impazzivo quando il tema era libero, perché non sapevo che pesci pigliare, che ogni cosa ha un suo posto e viceversa. Che si presentava ai colloqui in tailleur blu scuro e ventiquattr’ore a 20 anni, manco ne avessi avuto 40.

Ho però avuto la fortuna di vivere per più di un decennio a stretto contatto con veri creativi.

Gente che tu gli dai un la, un brief in gergo tecnico, loro ci pensano e poi tornano con le proposte creative. Che tu poi impacchetti, ci appiccichi un prezzo e le presenti al cliente belle infiocchettate e le difendi come fossero tue, perché ci credi e le hai assorbite per osmosi.

Ho respirato quell’aria frizzante, in una agenzia di pubblicità del centro urbano, circondata da un giardino pieno di fiori, quando ancora si poteva fumare nei locali pubblici e la mia collega smoccolava sigarilli, seduta alla scrivania.

Che i creativi sono gente strana, fantastica, ma a volte si ritengono degli dei in terra e per averci a che fare devi infilarti i guanti bianchi e abbassare la testa, ma per certi versi sono affascinanti, sono unici e ne subivo il fascino.

E ho imparato, davvero ho imparato, perché per nascita non lo ero, ad avere gusto critico, ad associare i colori,  a valutare i pesi, adottare regole non scritte di scrittura, a godere del brain-storming, a sparare cazzate e poi a normare le idee, a scegliere il font appropriato, a immaginare, a partorire qualcosa che sei in grado di proteggere, a scovare quell’elemento che stona, che aggiustato rende tutto più armonioso e unico.

Un bagaglio sfaccettato e intenso, piacevole da portarsi dietro.

44 pensieri su “Si può imparare a essere creativi?

      1. beebeep74

        cuore, inteso come parte irrazionale del nostro essere, parte che secondo me, tutti abbiamo. (chi più e chi meno, ovviamente)

        è comunque vero che queste qualità (o difetti) si possono affinare con impegno e fatica ma a volte basterebbe veramente “lasciarsi andare un pò”, saper sorridere di una giornata nebbiosa e soprattutto svestirsi dei panni del padre eterno.

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  1. Fedifrago ®

    In effetti l’appellativo “creativo” ha insito un che di altezzoso e pretenzioso …..senza considerare che non tutti i creativi di professione sono dotati di una buona dose di creatività 😉

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  2. Non è roba da poco e temo che non si possa imparare: è inscindibilmente legata alla nostra personalità, a ciò che siamo. E non si può decidere di avere idee nuove.
    Io lavoro nel ramo della tecnologia e mi rendo conto che tutto ciò che faccio è frutto dell’esperienza mia o di altri. In questo ramo ,chi è davvero innovativo, in realtà lo è di un passetto piccolissimo rispetto a quanto già è stato inventato.
    Certo in un altro campo…chessò… della moda è più facile: un colore nuovo, un stile più azzardato…. tanto ,anche se viene fuori una schifezza, se sei già famoso e gay allora sei creativo ed estroso (altrimenti sei un incapace).

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    1. Creatività nella tecnologia, interessante, molto. Non sono sicura di poter dire a priori che in questo campo non si possa imparare ad esserlo. Ci sono tanti fattori in ballo, magari non è l’hardware ma è il software, oppure il design, l’interfaccia, l’associazione di elementi prima non erano stati connessi.

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