Siamo partiti precisini, scegliendo un tema, abbiamo messo insieme le idee, chiuso gli occhi e immaginato, lasciandoci condurre dalle sensazioni e dall’improvvisazione.
Le parole sono uscite da sole e ci sono piaciute. Bella lì, Zeus!
Avevo una passione per la casa degli specchi, era l’unica giostra che davvero mi attirava. Ero in Inghilterra, in una città dimenticata da dio, sul mare, col vento e i giubbotti pesanti, anche se era luglio inoltrato.
Vagabondavo con la mia amica, assieme alla quale saltavo le attività sportive del pomeriggio, giusto squash ogni tanto, per andare a bighellonare tra le macchinette mangia soldi sputa peluche, solo un coin, e quelle finte chiese, in cui si ritrovavano nullafacenti dediti al grande gioco del bingo.
Poi, ci si toglieva le scarpe e si andava sulla spiaggia, si camminava, si percorrevano chilometri, che la marea era bassa e i calzoni arrotolati fino alle ginocchia ci dava un’aria di ragazzine in un vecchio film francese.
La casa degli specchi, dicevo, un po’ mi impauriva, un po’ mi attirava, quel senso di abbandono, un labirinto mitigato, in cui perdersi, tra le immagini riflesse e deformate di noi due. Volevamo lasciarci andare e scoprire, nero su bianco, i difetti ingigantiti, con cui giocare, ridere, catturando la migliore immagine di noi stesse.
Me l’avessero detto prima, quando ero giovane, che il mio destino sarebbe stato quello di essere infelice in un mondo in cui tutti devono essere felici, probabilmente avrei scelto di non vivere. Anche se questa non è, in effetti, una mia decisione. Maledette cellule.
Invece eccomi qua, seduto su uno scranno di legno chiaro, con un dolore intercostale mentre guardo la gente far svanire i propri pensieri dentro pacchi enormi di pop-corn, caramello caldo e jingle ossessivi. Chi vince, chi perde? In effetti, in questo carosello, vincere o perdere è indifferente. L’importante è continuare a girare, tuffarsi dentro e riemergere con la speranza di avere, fra le dita tremanti, il doblone d’oro.
Come quelle due ragazze che ho visto arrivare, annusandone i contorni inquietanti, verso questo paradiso di silice.
Chi sono io? Cosa offro?
Io offro spavento. Io offro terrore. Regalo insicurezza. A solo pochi cent.
Perché non accettare? La mia mano non inganna… ma possiamo dire la stessa cosa della vostra mente?
Chissà se volevamo davvero inoltrarci, approfondire, toccare con mano e pure lasciarci turlupinare da questo incantatore magico. Che offre caramelle alle sconosciute come noi, con fare intrigante, che indossa un costume, una maschera e quando si specchia vede solo un’immagine fumosa di se stesso, quello che vorrebbe essere e al tempo stesso fugge, di continuo.
Ma forti del fatto di essere in due, affiatate, giovani e sicure ci avviciniamo a questo oscuro personaggio. Che saranno mai due caramelle? Forse è solo gentile, forse ci vuol rubare l’anima e la nostra immagine.
Ma tanto tra poco è ora di andare, si salta sul pullman e si ritorna a casa: ci aspetta fish and chips, conditi con aceto trasparente. E nella quiete di queste case di cartone, tutte scale e moquette, chissà se ripenseremo all’inquietudine della casa degli specchi e i sinistri abitanti?
Lasciatevi sorprendere. Lasciatevi coccolare dall’illusione. Dentro lo specchio ci siete voi, sì, ma in un’altra versione.
Vi piace? Siete curiose?
Ogni giorno passano di qua uomini e donne che cercano la solitudine nella compagnia. Mi mettono in mano una moneta, non chiedo di più, e poi si lasciano portare. Da me, Caronte degli Specchi.
Come mi chiamo? Ah, ragazze mie, non ha importanza. Ho tanti nomi, tante storie. Nessuna vera, tutte false.
Ma guardate le luci che si accendono e si spengono. Come i sogni degli avvinazzati.
Sentite il jingle e lo scampanellio alla fine del viaggio.
Chi esce ha lasciato qualcosa dentro.
Cosa mi chiedete?
Entrate e scopritelo. Non vi lasciate ingannare, amiche mie. Non vi lasciate ingannare. Lo specchio prende e lo specchio da. Ma non è detto che riceverete tutto quello che vi ha preso.
L’ha ribloggato su Music For Travelerse ha commentato:
Ed ecco qua, solo per voi, una collaborazione fresca fresca fra m3mango (artefice, promotrice, dinamite del duo) ed il sottoscritto (mero scribacchino virtuale).
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Lo specchio prende e lo specchio da.Ma non è detto che riceverete tutto quello che vi ha preso! Great!!!
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Romeo! Prima o poi ti piglio per una collaborazione!
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Quando vuoi … sono aperto a tutto 😉
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Ahahah! Sicuro sicuro?
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Nei limiti delle mie prestazioni
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Ahhhhhj ecco! Dobbiamo approfondire.
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Quando vuoi …..
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Amo Entrare negli Specchi
inquietano e Incuriosiscono…
Bravibravibravi!Bella storia!😊
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Gli specchi sono stimolo da diversi anni, dall’olimpo in poi…
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Bravissimi, un post davvero stupendo!
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Ma grazie… Poi detto da te!
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davvero! mi è piaciuto molto
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Paurosi gli specchi!
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Inquietanti.
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Davvero tanto. Poi se ci passo davanti io, anche peggio!
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ha una bella aria… da moderna AliceoltreloSpecchio… tanti colori, poi subito nebbia e grigio… poi di nuovo colore… bello, bravi 🙂
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Grazie, ci siamo divertiti e ci ritorneremo su!
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vedremo da qua all’inpoi che succederà 🙂
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ma sai che mi è piaciuto molto? C’è un’inquietudine molto ben centellinata e costruita intorno a quei mantra simbolici che percepiamo già da bambini… Mi è piaciuto davvero…
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Il lavoro di gruppo con persone piacevoli è sempre arricchente.
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Lo credo anche io
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queste collaborazioni sono molto interessanti… molto bello
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Si… E poi Zeus è Zeus!
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N’fatti… è un dio!
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Un filo sottile di brivido che rende tutto molto intrigante.
Arriva Candyman……non guardarti nello specchio dopo la mezzanotte! 😉
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Hey, bravi davvero. Mi chiedo come vi mettete d’accordo per scrivere a quattro mani.
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Via mail!
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Sì, questo lo so, intendevo se ognuno di voi scrive un tratto di racconto e poi l’altro lo prosegue o ognuno scrive per conto proprio (mi sa che la domanda è sciocca).
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Scusa, non avevo capito la domanda. Alternando, un pezzo a testa. Ho iniziato io questa volta.
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Un po’ inquietante… per fortuna. Interessante, bello e interessante. C’era da aspettarselo, dati gli autori…
Saluti e ogni bene
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Ma grazie caro Ivano e benvenuto!
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E’ da un bel po’ che, zitto zitto, passo di qui… e continuerò sicuramente a passare…
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Ma che bella notizia! Mi fa molto piacere.
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Io non ho mica capito. Mi sembra inconcludente il racconto.
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Sicuro non porta a nulla. Ma le storie devono sempre avere un end? È soprattutto un happy end, mia cara Vale?
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Non c’entra l’happy end. Quello non è obbligatorio. Solo gli manca qualcosa. E’ come se fosse monco. Come dire, ricordo un altro scritto a due mani che era costruito meglio. Tutto qua.
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Grazie per la sincerità.
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l’idea dello specchio è molto molto buona
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Versatile
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