What’s sfidante? (Managers, #1)

mango
Avere a che fare con brain trainer e motivatori di top manager incalliti, ti permette d’imparare che anche le parole sono importanti.

Non che non si sapesse, ma costoro sono fighi e allo stesso tempo senza speranza ai miei occhi disillusi.

Come con un radar, mi ritrovo a soppesare con malizia ogni presa per il culo di chi prova a vendermi fumo (N.d.r. io preferisco di gran lunga la Maria) a 2.500 euro al giorno.

Dicevo le parole. C’è tutto un linguaggio che strizza l’occhio alla lingua inglese e tiene conto che i pensieri negativi sono il male per cui sono vietatissimi dalla legge di questi brain trainer da strapazzo. Per esempio: il termine sfidante, che viene usato tipo salsa ketchup sugli hamburger, sulla pasta parecchio scotta e anche a colazione col caffè, solo un sottile strato sul pan carré per pulire il piatto sporco di uovo al padellino, scrambled per i più fichi, appunto.

Traduzione pedestre di challenger, indica ogni cosa e solo il fatto di poterla seminare come il seme il contadino, quando esce dalla bocca vuol sol dire: cazzo, sono uno dei vostri!

Ma andiamo con ordine (!). Workshop di una giornata intera di 8 ore 8 in cui il sopracitato brain trainer inneggia alla respirazione, al lavoro su di sè, che non è masturbatio ad libitum, ma meditazione pro attiva per generare business con l’anima.

A questo punto, se arriva il top top manager un pò scettico che vorrebbe essere sul campo da golf a cazzeggiare (visto che si sta parlando di sabato, e non giorni feriali) e si trova davanti tappetini da pilates: sarà una situazione un po’ troppo sfidante per lui? Eh sì!

Giacca e cravatta tatuati tipo seconda pelle, mocassini di struzzo, secondo te non soffre davanti al fatto che dovrebbe liberarsi di ogni cosa e iniziare a respirare forte nella posizione del fiore di loto? Tutto ciò è assai sfidante! Che poi vorrebbe dire: è una cazzata! Vuoi ucciderli tutti ‘sti top manager a XXX zeri di retribuzione annua lorda, piu i benefit, i buoni pasto e i premi di produttività tutta?

No, niente, piazziamo delle sedie, allestimento conferenza, così sono a loro agio e non ci mandano affanculo a giornata appena iniziata, che sempre di sabato si tratta e tu avevi programmato tutt’altro e invece ti tocca lavorà.

(To be continued, forse).

54 pensieri su “What’s sfidante? (Managers, #1)

      1. Fedifrago ®

        Le tecnologie mi danno da vivere (a volte) ….ma in tangenziale a 130 la vedo dura utilizzarle anche volendo (e a me piace dimenticarmene, ogni tanto …da bravo snob) 😉

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  1. Le parole sono davvero importanti e non sempre si riesce a smascherarle subito 🙂
    “Ci sono parole spudorate, impertinenti, sfacciate, vanitose come una primadonna, lucide come gloss su labbra carnose, profumate come una caramella.
    Sono piacenti, allettanti, un regalo luccicante che non mantiene le promesse, false come una moneta di latta, rimbombano metalliche, si appiccicano al palato e lasciano una scia stucchevole e insieme amara”

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  2. Sfidante riesco ancora a tollerarlo, ma alcuni anni fa una fica delle risorse umane con cui dovevo interagire continuava a dire challenging. Io credo che l’inglesismo non dia tono, anzi. L’inglesismo ti fa sembrare un pacchiano piazzista di paccottiglia, mi stupisce il suo uso anche in contesti di discreta scolarizzazione.

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      1. E’ tipico anche di tanti altri ambienti purtroppo. “Mission”, “policy”, “credits” e tante altre meraviglie infestano anche i siti di enti pubblici. Anche i presidenti del consiglio e i ministri ne sono infestati, vorrei aiutarli ma non so come fare.

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  3. Quant’è vero quant’è verissimo!
    C’è quella sottile linea tra chi è arrivato (o si sente tale) ed è manager e chi sa fare… Tutto il resto: la respirazione, i termini positivi, il fare team, il sedersi allo stesso livello di tuoi “sottoposti” è solo fuffa! 😀 Però sfidante.
    Il problema di questi corsi è sempre uno: sono rivolti a personaggi il cui pensiero è “coordino, perché son bravo” e che secondo loro potrebbero coordinare e gestire grandi progetti di cui non sanno niente, esclusivamente perché sanno coordinare, attività quasi artistica. Non si accorgono che i vari team che coordinano, finito il loro sproloquiare, cominciano a lavorare davvero! 🙂

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