Al privè

  
Andiamo, andiamo insieme, ci portano loro. Sarà divertente, lo sappiamo benissimo. Siamo eccitate all’idea, da mo’. Ridiamo, diamoci la mano, dita intrecciate, siamo in confidenza, siamo in sintonia. La tua risata cristallina mi riempie il cuore. Dicevo, stringimi le dita, entriamo così, trionfanti a muso duro. E loro dietro, che ci scortano, srotolo il tappeto rosso per noi.

Chissà dove cazzo pensiamo di andare, chissà che ci immaginiamo di fare, ma è sempre un gioco e questo ci basta.

Hai dei tacchi pazzeschi, infiniti, tu e la tua taglia 38, non ti stacco gli occhi di dosso, e non sono l’unica. Mi piace sussurrarti qualcosa all’orecchio e vederti sghignazzare, divertita. E poi per caso, darti un piccolo bacio bagnato, proprio prima dell’attaccatura dei capelli, che non ho capito ancora se sono biondi o no. Ma non importa, va benissimo così.

Andiamo, siamo già su di giri, un piccolo aiutino, naturale, sintetico, per non avere l’imbarazzo. Che alla fin fine, siamo sempre in un night club, un privè, un locale XXX. Come lo chiamate voi?

Entriamo, entriamo, prendiamo qualcosa da bere? Testa o croce, scegliamo quello fighetto o quello trash? Chetelodicoafare, quello squallido è perfetto, se mi leggi da un pò, già sai. E noi tiratissime, con latex, rubber e pelle tutta, siamo sicure di alzare qualche uccello assopito.

Siamo noi due, siamo noi quattro. Possiamo anche non fare nulla, giusto guardare, poi usciamo e stiamo tra noi. Però, però, siamo arrivati fin qui. Dai, vieni, diamo spettacolo. Ti afferro il braccio, ti tiro, inclina la testa, anzi siediti. Il tuo sorriso mi eccita, i loro sguardi mi fanno venire voglia di esibirmi. 

Niente, non ce la faccio, devo sedermi a cavalcioni su di te, devo baciarti dietro le orecchie, farti sentire il mio respiro. Chiudere gli occhi, cercarti con la mano, il tuo odore, il tuo sapore, non sono in me. Temo di avere esagerato con l’aiutino, ma sento che ti piace, sento il consenso nell’aria, anche se non riesco a capire chi c’è. No, no, no, non voglio andare in bagno, voglio farlo qui. Anche tu vuoi, perché me lo sussurri all’orecchio. Le mie mani, le tue mani, hanno fame di trasgressione. 

Aspetta, aspetta un momento, ma…

Non sono le mie, non sono le tue.

Di chi cazzo sono queste mani maschili? Maschili, mi pare. Devo ricordarmi la prossima volta che gli aiutini esagerati sono deleteri.

Però, però, ci piace. Ho capito, abbiamo capito di chi sono queste mani. Sono fin troppo note. E allora rilassiamoci, la serata è appena iniziata.

19 pensieri su “Al privè

      1. Ispirati all’avatar che ho già. Mi piace il concetto del mango, del fatto che si vede il picciuolo, che sembra qualcos’altro. Però l’immagine del mio avatar e fredda e sintetica. Mentre tu la renderesti più calda e artigianale.

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