Il dono (II parte)

  
Comprami tu la gonna cortissima, talmente corta che mi chiedo a cosa serva. No, non è vero, non me lo chiedo perché lo so, ma mi piace ogni tanto fare quella che cade dalle nuvole. E’ che non sono credibile, ma mi sforzo di essere seria e anche un pò stupita. Chissà se mi riesce davvero? Me lo devi dire tu.

Se me la compri tu, oltre ad essere un dono, un dono simbolico, come piace a noi, forse la pianterai di sgridarmi che la mia è troppo lunga, troppo poco fasciante, troppo poco lucida. E forse la smetterai di punirmi, castigarmi, sculacciarmi, obbligarmi con la forza, prostrata e sottomessa a bere la tua sborra calda (è sempre calda, a quanto pare), alternata a liquidi non ben identificati. Forse la smetterai, si?

Ma io non voglio che tu smetta, of course, come quando mi rispondi in inglese, perché sai che mi piace. Come quando, cambi accento repentinamente, solo per confondermi, solo per stupirmi, solo per farti dire che la tua voce mi eccita, quell’inclinazione del suono che emetti, dalle tue labbra, che mi provoca cascate, cascate del Niagara

Ma allora sceglila tu la gonna, adoro pensare che l’hai scelta per me. Che sei entrato in un orrendo negozio di articoli fetish, hai chiesto la disponibilità della taglia e con cura, con cura e passione hai scelto quella che ti piaceva di più. Come un bambino dal giornalaio, sceglie un giocattolo agognato.

Non ti dico come la vorrei io, mi piace sapere che l’hai scelta tu e proprio per questo mi piacerà indossarla, sfoggiarla nei misteriosi privè in cui mi vuoi trascinare ogni volta. Ed io ti seguo sognante, come se mi portassi nel paese dei balocchi.

E i balocchi siamo noi e tutti i nostri giochi, che potremmo buttare in un sacco, mescolare, bendarci a vicenda e provarli su di noi e scoprirli ogni volta come fosse la prima. E ridere e scherzare, come ci succede sempre.

La immagino nera, questa gonna, che ora voglio, desidero, pretendo, lucida, uno specchio, una striscia superflua, che non copre nulla, che invita, che rende accessibile, a te, agli altri, ai depravati tutti, le mie forme.

So già quando indossarla, appoggiata all’auto, che ti do le spalle e ti aspetto contro di me.

14 pensieri su “Il dono (II parte)

Lascia un commento